Edizione dell'Autrice:

l'esperienza di 'vera' autoeditoria di Antonella Barina
 
 
L’autoproduzione editoriale sembra avere (finalmente) rotto qualche argine, esondando su terreni che si ritenevano impenetrabili. L’ha fatto grazie anche alla potenza della ragnatela Web, la quale – spietata come ogni tecnologia – l’ha ibridata con le sue mille varianti di ‟self-publishing”, rischiando di alterarne radicalmente gli stessi principi ispiratori, la stessa natura nativa.
Talvolta il distinguo rimane però netto, facile, perentorio: è il caso di “Edizione dell’Autrice”, creata da Antonella Barina. Un’autoproduzione editoriale – vera e propria autoeditoria nel senso di edizione curata dall‟autrice o dall’autore – che è “altra cosa” rispetto alla cosiddetta autoeditoria del selfpublishing, curato da soggetti editoriali diversi da chi ha creato l’opera. È molto di più. Da sempre. È soprattutto ‘oltre’. In qualsiasi orizzonte si diriga lo sguardo.
È infatti solo grazie a un’autoeditoria concepita come mezzo che è esso stesso parte integrante del messaggio e del fine, che Antonella Barina riesce a concretizzare alcune delle sue intuizioni, a praticare concetti cardine della sua arte quali:
 la libertà totale della produzione letteraria, non solo rispetto alle logiche di ‟profitto” dell’editoria, ma anche alle logiche di “omologazione” e marketing-oriented tipiche della natura stessa dell’editing; Edizione dell‟Autrice esce inoltre senza apparato critico, perché la poesia deve parlare da sé.
 la fruibilità gratuita dell’opera letteraria da parte di tutti coloro che ne sono interessati, sia attraverso un “flessibile” supporto cartaceo, sia con la possibilità di leggerla o stamparsela a piacimento da internet;
 la possibilità di far vivere nell’immediatezza del presente ciò che è stato scritto solo un istante prima;
 l’eliminazione di ogni barriera fisica, culturale, sociale, etnica;
 la coniugazione tra il vivere completamente e profondamente le peculiarità del ‟genius loci” e l’interpretarle letterariamente, comunicarle, rendendole fruibili all’intero pianeta, grazie anche appunto all’accessibilità ‟world-wide” di internet.
L’autoeditoria è dunque una sorta di ‟simbiosi mutualistica”, quasi una necessità, per la stra-ordinaria ricchezza e poliedricità dell’espressione artistica di Antonella Barina.
Giornalista dell’Ansa da trent'anni e collaboratrice di decine di testate, autrice di molteplici opere letterarie che spaziano dal romanzo al testo teatrale, poeta, grafica e fotografa, editrice in proprio di gran parte dei suoi componimenti, ideatrice e animatrice di innumerevoli eventi culturali finalizzati alla valorizzazione di altri autori e autrici o all’affermazione di indirizzo positivo nel sociale, Antonella Barina – veneziana, ma con il cuore anche nella Sicilia materna – è indubbiamente uno dei massimi e più completi esponenti del mondo della letteratura e dell’informazione del triveneto oggi, anche se risulta assai difficile, e più ancora insensato, collocarla ‟geograficamente” dato il suo costante porsi ‟al di là” di ogni confine, di ogni delimitazione e demarcazione territoriale
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Laureata al Dams di Bologna in comunicazioni di massa (Fabbri, controrelatore Eco), Antonella Barina ha fatto proprio lo spirito più autentico e ‟coerente” della comunicazione e dell’arte, della fecondità e pluralità dei linguaggi espressivi liberi, totalmente interpreti della realtà e del vivere sociale, mai schiavi di alcun potere-sistema-morale-opportunità. Con questo spirito ha vissuto e interpretato profondamente – nelle arti della comunicazione e della letteratura – i 50 anni di storia di straordinaria ricchezza che vanno dal pre ’68 ai giorni nostri; fondendo sempre in un tutt’uno “olistico” il suo essere donna e abitante di questo pianeta, la sua esperienza di figlia e madre, la sua natura di ricercatrice infaticabile e la sua fede nell’intelligenza umana, nella possibilità di ‟seguir virtute et canoscenza” a dispetto di tutte le evidenze, le violenze e le meschinità che il sociale invece ha saputo produrre.
Questa sua libertà, mai neppure sfiorata da ruoli e pensiero organici a qualsiasi sistema di potere o a qualsiasi logica opportunistica, le ha fatto scartare (ha dato no perentori a direzioni di testate quali il Male; a possibilità di carriera nel posto di lavoro; a incarichi e candidature prestigiose in diversi ambiti, ecc.) molte delle strade del ‟diventare famosi” che preme ai più. E nel realizzare con continuità occasioni di incontro e scambio ‟fuori dai recinti”, ha saputo esprimere tutta la sua genialità, con intuizioni che hanno precorso i tempi e con approcci che hanno tutt’oggi carattere di unicità, come l’autoeditoria continuativa e totalmente gratuita; come la “poesia olistica” e la ‟shiatsu poesia”; come l’estensione a 7 delle 5 ‘w’ del giornalismo anglosassone; come i libretti rotanti che vogliono sollecitare i due emisferi del pensiero possibile; ecc.
 
La produzione letteraria di Antonella Barina è tale per cui la sola elencazione delle opere richiederebbe pagine e pagine. Fondamentale quindi il rimando ai due siti Web in cui si può trovare una parte considerevole del suo lavoro: www.edizionedellautrice.it, che riporta in ordine cronologico tutti i fascicoli editi, tranne alcune opere la cui distribuzione resta privata; e www.autoeditoria.it, dal quale pure si può accedere e scaricare gran parte della sua produzione.
 
L’autoproduzione editoriale di Antonella Barina – messa a disposizione di cause collettive, come nei progetti editoriali Strix (1978-9), rivista di fumetti di donne; Istar (1990-1995), rivista multidisciplinare sulla nascita, dei primi anni novanta; oppure nel Dossier Ansa su Pechino (1995) – e occasionalmente praticata per sue singole opere, come il Madre Marghera ‟edito in proprio” nel 1997, diventa continuativa nei primi anni duemila con la distribuzione delle prime Samizdat di Poesia distribuite con la sigla ‟Edizione dell’Autrice”, della quale nel 2004 chiede registrazione (come richiesto per le testate giornalistiche, anche quelle che editano libri) presso il Registro della Stampa del Tribunale di Venezia, ottenendola nel 2005.
 
Senso e motivazioni di questa iniziativa innovativa dai tratti unici, vengono così descritti da Antonella Barina: “Leggére imbarcazioni reggono meglio il mare di un transatlantico. Nel 2004 ho deciso di registrare ufficialmente la testata bimestrale di poesia “Edizione dell’Autrice” dopo che da qualche anno distribuivo le mie raccolte con lo stesso titolo e lo stesso formato e questo era già il mio veicolo di poesia: ho affidato questa abitudine artigianale ad una formula che ne dà memoria e tutela, avendo per finalità istitutiva la comunicazione in forma integralmente poetica. Questo è il modo migliore che ho trovato per rendere pubblico – pubblicare – quello che scrivo, stampandolo in proprio con il desiderio che viaggi oltre ogni confine [..]. Un numero all'anno è dedicato ad altre autrici e altri autori, e dà conto di incontri avvenuti su relazioni effettivamente instaurate all’interno delle diverse comunità poetiche: lo scambio consente la verifica della propria scrittura, il confronto permette di precisarne meglio - in primis a se stessi/e - il senso, così si affina in noi la poesia come veicolo primario di partecipazione.[..] La testata ha una distribuzione “eventuale”, legata all’occasione di eventi che desidero in questo modo implementare con diverse modalità di scambio, tra le quali l’offerta di scrittura in cambio di ascolto partecipato, essendo oggi quest'ultimo la materia più rara, oppure scrittura in cambio di lettura ad alta voce dei testi donati. Lo scambio, nel piacere reciproco, fa rinascere e cura la funzione comunicativa. La rivista, autoprodotta e completamente autofinanziata, è edita in forma cartacea formato A4 piegato a due colonne, stampata fronte retro, punzonata artigianalmente, in un certo numero numerata e firmata. Nella versione digitale a due colonne in pdf si affida ai destinatari, per ulteriore diffusione.”
 
Edizione dell’Autrice ha prodotto all’oggi 40 fascicoli più alcuni supplementi, raggruppati nelle tre collane: Samizdat di Poesia (cronologicamente: dal tema dell’identità, al mito, alla poesia del territorio a quella di viaggio, in progressiva apertura); Racconti per Venezia (con protagoniste in modo diverso legate alla città lagunare); Libretti rotanti, che si leggono nei due versi, tutti
disponibili gratuitamente sui due siti web. Tra i protagonisti di questa produzione: alberi, natura e ambiente, pace e guerra, divino femminile, ricerca interiore, e parallelamente degrado e vuoto urbano che si trasformano in risorsa spirituale, ecc…). Attraverso Edizione dell’Autrice hanno inoltre ad oggi pubblicato oltre un centinaio di poeti.
 
Molte altre opere di Antonella Barina, specie nei decenni ’70, ’80, ’90, sono state pubblicate da altri editori, tra cui la serie di Lazzarilla uscita su Effe nella seconda metà degli anni settanta; ‟La sirena nella mitologia” (Mastrogiacomo, 1980); i testi teatrali “Seicenta” (Comune di Venezia, 1982); ‟La Fenice” (Regione Veneto, 1984); “Il Vento” (Comune di Venezia, 1998); “Per un Teatro del Vedere” (Provincia di Venezia, 1997); ‟Margaria” (Tam Tam, 1999); “Canto dell’Acqua Alta” (Editoria Universitaria, 2000); ‟Turning” (Empirìa, 2005); fino all’ ‟Opera Viva” che raccoglie la trilogia veneziana (Comune di Venezia, 2007).
 
Non esiste invece purtroppo alcuna raccolta strutturata della produzione giornalistica di Antonella Barina, che oltre all‟attività svolta presso l’Ansa Regionale di Venezia, contempla collaborazioni con molteplici testate spaziando da “Nord-Est” a ‟I Quaderni del Sile”, a ‟Marco Polo”, a ‟L’Editore”, ‟Media 2000”, ‟Galassia”, ‟Corto Maltese”, ecc., per citarne alcune di rappresentative (rpt: e presso le testate storiche delle donne) . Impegnata anche nel campo delle arti visive, particolarmente nella fotografia (fotoreporter oltre che pubblicista negli anni settanta), nella grafica e nella ricerca iconografica, Antonella Barina ne ha fatto tesoro curando personalmente l’illustrazione e la presentazione grafica sia delle sue opere (con immagini che spesso nascono assieme ai testi o in ricerche propedeutiche a questi), sia degli eventi collettivi da lei promossi e/o organizzati (da Istar ai manifesti di M‟Editare).
 
Venezia, gennaio 2012
Scheda a cura di Fiorenzo Zerbetto