EDIZIONE DELL’AUTRICE:
UN GIORNALE TUTTO PER SÉ
a Torino i Racconti per Venezia di Antonella Barina
Se Virginia Wolf riteneva necessaria per ogni donna “Una stanza tutta per sé”, titolo di uno dei suoi saggi più incisivi, “Edizione dell’autrice” è un giornale tutto per sé, autoedito dai primi anni duemila da Antonella Barina che ogni due mesi vi pubblica in collane di libretti la propria produzione poetica e letteraria. Alla sollecitazione venuta dal Salone del Libro di Torino, che ha avuto per tema la memoria, Edizione dell’Autrice ha risposto con i Racconti per Venezia, serie aperta dal romanzo breve ‘Albertine, il senso del viaggio’. La memoria di Venezia viene reinterpretata in una serie di personaggi femminili le cui storie suggeriscono nuove possibili interpretazioni dell’oggi. I personaggi – scissi, trini o plurali – sono collegati dal tema della molteplicità nell’uno: dalla pluralità delle Albertine ai tre aspetti del divino femminile di ‘Tre in una’ , ‘Duse come Demetra’, ‘L'isola delle dee’, alle multiformi apparizioni in ‘Amerinda', alle omonimie in ‘Margarita da Due Case’ alla doppia natura umana ed animale di ‘Voglio tornare com'ero’. Celate dalla copertina nera, immagini della scultura erratica veneziana: un invito a riscoprire il genius loci della città lagunare. La collana è edita in formato anomalo, un tascabile allungato scelto dall’autrice del testo, che firma le foto e cura il piano dell’opera. Con oltre trenta numeri e una decina di supplementi, Edizione dell’Autrice di Antonella Barina è tappa attuale di un percorso che parte negli anni settanta dalle testate delle donne, passa per un trentennio di giornalismo, attraversa specifici progetti editoriali e autoeditoriali e si esplicita in interventi e manifesti: tra gli altri, ‘Per un’informazione di nascita’, ‘Fuori mercato’, ‘Nessun alibi’, ‘Leggere imbarcazioni’, ‘Autoeditoria, autoedizioni, autoeditarsi’.
Al centro della presentazione di Torino, nel Padiglione della Regione Veneto, anche la storia di come l’autrice – già collaboratrice di Media 2000, prima testata digitale italiana – con Edizione dell’Autrice abbia assunto su di sé integralmente la funzione editoriale. Nei primi anni duemila l’autrice distribuisce le Samizdat di Poesia, realizzabili in una notte per la lettura del giorno dopo, sui temi taciuti del territorio veneziano: dalla situazione ambientale (Madre Marghera) alla salvaguardia (Canto dell’Acqua alta) alla desertificazione urbanistica che fa da contraltare alla strategia della tensione (MestreNiente). Le Samizdat (termine russo che indica l’edito in proprio che sfugge alla censura) escono con cadenza bimensile, accompagnando le letture promosse dall’autrice nella formula che Barina battezza shatzu-poesia. Seguiranno i Racconti per Venezia e i Libretti Rotanti. Dopo una lunga serie di esperienze nell’editoria, nell’autoproduzione e nell’edizione in proprio, la scelta di Antonella Barina di autoeditare con continuità e in conformità alle norme editoriali della stampa – esplicitata pubblicamente alla presentazione di Edizione dell’Autrice ad Artefiera Padova nel 2005 – è “un taglio sulla tela” che l’autrice propone come strada di libertà ad altre autrici e altri autori e diffonde incessantemente nel corso degli anni. (Torino, 15/5/10) |