ZOSTER’S HOUSE / LA CASA DI ZOSTER Installazione sui cambiamenti climatici CAMBIAMENTI CLIMATICI
di Antonella Barina, Open, Lido di Venezia, estate 2011
 
spirale, © logo di Antonella Barina
 

“L’invito è a sgomberare la mente da ogni sorta di pregiudizi, ivi compresi quelli della retorica naturalistica postmoderna basata su criteri che l’attuale variazione climatica consiglia di rivedere e ampliare con la stessa elasticità che la palma oppone al vento e nel contempo di velocizzare con l’urgenza dettata dagli eventi in corso”. (Barina, 2010)

 
 
 
 

ZOSTER’S HOUSE.jpg

 
zoster's house
 

(Immagini e testi dal catalogo Open 2011 – foto Antonella Barina)

 
 
La Casa di Zoster
Il Cerchio di Palme
2011

installazione
installation
dimensioni variabili
variable dimensions
 
 
 

Antonella Barina

Un circolo di giovani palme piantate in occasione di OPEN 14 viene a costituire un’architettura vegetale protetta e proteggente dedicata alla meditazione e alla recitazione poetica. Al centro, un comodo e basso sedile di recupero con invitante cuscino.
Il segno sotto cui questa scultura vivente viene posta in essere è il rituale amico e cultuale del piantare un giardino, un giardino nel quale accogliere. Il primo gesto di amicizia è verso la pianta stessa, la palma, oggi a volte tenuta in spregio a causa della sua sorpassata fortuna come elemento esotico ornamentale dei giardini otto-novecenteschi. Senza contare che, a seguito della tropicalizzazione del clima, la palma si sta diffondendo rapidamente ovunque nel mondo a scapito di specie meno adattabili, col risultato che la specie umana le ha appioppato il cattivo nome di “infestante”: secondo l’artista è opportuno riflettere su questa definizione, ad indicare un principio di selezione opportunista e razzista, applicabile purtroppo ad altre specie e categorie, anche all’interno della comunità umana, e accogliere invece seriamente il segnale non equivoco sul cambiamento climatico che il proliferare delle palme ci invia.
Con la crescita queste palme, nate da semi di altre palme presenti nel giardino di Antonella Barina, studiosa, artista ed eclettica intellettuale a Venezia, potranno costituire un tempietto vegetale circolare colonnato ispirato a quello di Athena Pronaia, “guardiana del tempio”, a Delfi , del IV secolo a.C.; la stessa dea è nota anche come Athena Eileithyia, in relazione al suo ruolo nel processo di fertilità, e come Zosteria, “che assiste le donne nel parto”.

curator / text by
Gloria Vallese

anche in:
http://www.artecommunications.com/open-it/85-open/open-14-2011/2464-italia-antonella-barina.html

 
 
zoster's house
 

(dal catalogo Open 2011 – foto Antonella Barina)

 
 
 

PROPOSTA DI ARCHITETTURA VEGETALE (primavera 2011)
ZOSTER’S HOUSE – LA CASA DI ZOSTER
(La Guardiana ovvero Il Cerchio della Poesia)

 

Una Zoster’s House, un circolo di palme (Zoster, cioè cintura, in questo caso una cintura di palme) dedicato alla poesia, che diventi luogo di incontro: un luogo simbolico, un esempio semplice e bello di architettura vegetale animata e vissuta nella pratica poetica. Una sorta di pensatoio, di palcoscenico minimale, attorno al quale il pubblico può raccogliersi in un cerchio più allargato.

 

La proposta è di costituire un circolo di palme la cui circonferenza è segnata da dieci esemplari vegetali quale esempio di architettura protetta e proteggente dedicata alla meditazione e alla recitazione poetica, godibili in cerchio sul lato esterno della circonferenza. Al centro un comodo e basso sedile di recupero con invitante cuscino. Titolo: Zoster’s House (La guardiana ovvero il Cerchio della poesia).
La scelta delle palme – in controtendenza – è dettata in primo luogo dalla loro attuale definizione di “infestanti”, mentre si ritiene che in natura questo termine non abbia senso. L’attuale proliferazione di palme è indice, sul quale riflettere e meditare, dell’attuale tropicalizzazione del clima. Se le specie montane consolidano e difendono il terreno su cui nascono, la palma per le sue caratteristiche di elastica resistenza ai venti e di forte radicazione ci viene oggi proposta dall’autonoma crescita fitogena come barriera protettiva alle città costiere. Anche la sua capacità di resistere lunghi periodi senz’acqua, non temendo nel contempo l’inondazione, ci deve portare a riflettere. In natura nulla avviene per caso: oppure tutto, ma per specifiche ragioni. Nondimeno è opportuno riflettere sulla definizione di infestanti, ad indicare un principio di selezione razzista applicabile ad altre categorie, non ultima l’umana. Il concetto di infestazione è alla base di un’agricoltura intensiva che nel tempo ha portato alla crescita sproporzionata di tecnologie invasive volte alla cancellazione della varierà florofaunistica del territorio, fino all’avvelenamento dello stesso con evidenti ripercussioni sia sulle produzioni salutari che sulla salute umana. Lo spregio in cui è tenuta oggi la palma è preconcetto fondato sulla sua sorpassata fortuna di elemento esotico ornamentale dei giardini otto-novecenteschi: l’invito è a sgomberare la mente da ogni sorta di pregiudizi, ivi compresi quelli della retorica naturalistica postmoderna basata su criteri che l’attuale variazione climatica consiglia di rivedere e ampliare con la stessa elasticità che la palma oppone al vento e nel contempo di velocizzare con l’urgenza dettata dagli eventi in corso. Si sottolinea inoltre che la palma, grazie alla sua conformazione, è prediletta per la nidificazione da molte specie di uccelli, tra i quali passeri e merli.
La messa a dimora degli esemplari – di circa due-tre anni di età, altezza al tronco di un metro circa – avverrebbe a cura e spese della proponente prima dell’inaugurazione in modo da consolidarsi con le necessarie innaffiature post trapianto. Se lo spazio lo consentisse, è pensabile un ulteriore cerchio esterno di palme più piccole o, comunque, una nursery per futuri impianti. Si prevede che il circolo possa raggiungere la copertura superiore nel giro di qualche anno e quindi, con la crescita, costituire un tempietto vegetale circolare colonnato che ricorderebbe quello di Athena Pronaia (la guardiana del tempio) a Delfi del quarto secolo a.C., con l’auspicio in riferimento a questo luogo di veggenza di attivare e non censurare la sensibilità previsionale di cui siamo dotati/e. Athena viene chiamata anche Eileithyia, in relazione al suo ruolo nel processo di fertilità, e Zosteria, che assiste le donne al parto. Il riferimento del titolo principale dell’installazione vegetale fa riferimento alla gestazione poetica.

Antonella Barina

 
 
 
zoster's house
 
 
 

LA CASA DELLA PALMA

Dissero
poiché ero incontentabile
‘C’è ancora la casa della palma’
Mi ci condussero

Nei giardini vicini quell’anno il glicine
non aveva foglie ma solo grappoli di fiori
La palma si stagliava
unica
assoluta
in un giardino di erba verde brillante
La associai al profumo del glicine
Un anno inseguii quel miraggio – quell’isola
Me la contesi con l’assessore alla casa
che era ricco comunista e un poco stronzo
Da Nuova Delhi li chiamai
da un albergo dove i passeri avevano fatto
il nido sopra allo scaldabagno in disuso
Giuravo fedeltà e facoltà d’acquisto
Mentivo - ma ne ero innamorata
Poi mi chiamò lo zio di Sandra - era di Torino
Puntarono su di me
Mi indebitai
(la notte mi svegliavo sudata per il debito
e per la liquidazione di mio padre
che mi stavo giocando)
La palma mi ricambiò
Cominciò a figliare
(allora c’era ancora il muro
a trattenere i venti invernali e far da serra)
Piccoli semi neri
si intrufolavano
nella terra scura
terra di grassi vermi lunghi
Spuntavano dal chicco
la prima foglia della sua corona
e una radice forte e ugnola
che si ancorava sotto
Un mare verde le figlie della palma
Quando mi sentivo sola uscivo a parlarle
Cominciai ad esportare le sue figlie
Solo due lasciandone crescere
che in breve divennero palme
alte come la prima
E figliarono anche loro - il clima era cambiato
Era la fine del mondo
Superbi giardinieri
visitavano il giardino
spregiandole
Dicevano che le palme sono infestanti
Capii che la natura
mi faceva depositaria
di un segreto
che dovevo divulgare
Siamo tutti perduti
Forse ci salveremo
come gli indigeni delle Andamane
dallo tsunami 2004
scappati in collina
abbracciati al tronco alto delle palme
Solo gli Zingari del Mare
– i Moken –
si avvidero in tempo
che le foglie
erano ferme

Antonella Barina

 
 
 

DAL GIARDINO DI SAN STAE ALL’INSTALLAZIONE AL LIDO DI VENEZIA
Documentazione dell’installazione – foto di Simonetta Borrelli

 
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Una delle piccole palme del Giardino di San Stae

 
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Il vivaio spontaneo

 
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La creazione dell’installazione

 
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Il trasbordo al Lido di Venezia

 
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Preparazione del cuscino per la poesia

 
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La nursery di nuovi semi

 
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L’ombrello palma

 
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A dimora nella Zoster’s House

 
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L’installazione al Lido di Venezia

 
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La partecipazione a Open

 
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Zoster’s House / La Casa di Zoster, il cerchio di palme

 
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Le poesie appese in notturna

 
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Annaffiare la Poesia

 
 

CON

 
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I segni della Terra

 
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Gloria Vallese che ha creduto e sostenuto l’iniziativa

 
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Mita Barina Silvestri e Stella Paganini che l’hanno approvata

 
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Simonetta Borrelli, la sorella che l’ha documentata

 
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Anita Menegozzo, una delle poete venute al cerchio delle palme

 
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Maristella Tagliaferro che ne ha dato notizia su Leggo

 
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La Scala

 
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Dalla Casa di San Stae: l’occorrente

 
 
 
 
 
 
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